Un percorso nella memoria collettiva grazie a musiche evergreen in grado dopo poche note di evocare stupendi film: è stato un trionfo l’altra sera alla sala Bergamas stracolma, nell’appuntamento della Stagione teatrale organizzata da Artisti associati sotto l’attenta guida di Walter Mramor e dal Comune.
“Musica e immagini”, progetto in prima assoluta realizzato ad hoc per la stagione, è in primis un omaggio a un grande musicista gradiscano, il maestro Lucio Belviso, sapiente virtuoso del pianoforte, noto a livello internazionale. Un abbraccio di Gradisca intera (e non solo) al suo artista in musica più rappresentativo. Una produzione con i “controfiocchi” realizzata da due maestri, Belviso, elegantissimo in giacca bianca e “stella” della serata, e Valter Sivilotti, geniaccio friulano già arrangiatore per Endrigo, Lauzi, Milva, Ruggiero, Alice, Elisa, Francesco Di Giacomo, e stelle internazionali, che ha realizzato gli arrangiamenti di tutti i brani proposti e ha sapientemente diretto l’ottima orchestra ArsAtelier di Gorizia, sempre con fantasia e originalità. Ottima performance, in alcuni brani con voce calda e potente del soprano Franca Drioli, che ha cesellato da par suo “Giù la testa” di Morricone, “Indian love call” dall’operetta “Rose Marie” e “Tace il labbro”, per poi offrire nei bis una stupenda “Tu che m’hai preso il cuor” e, ancora, visti gli applausi infiniti, “Giù la testa”.
Il pianismo di Belviso è dolce e sognante, ricco di momenti frizzanti come esaltanti e pirotecnici glissando il suo gioco sui tasti bianchi e neri va oltre i generi musicali per comprenderli tutti e rivisitarli con profonda sensibilità interpretativa: è un artista che, lo si percepisce, si emoziona positivamente ancora e quindi avrà certamente ancora molto da dare dopo una carriera già ricca di gratificazioni. L’evento è stato adeguatamente introdotto da Mramor, che ha suggerito la chiave di lettura e ascolto ideale del ricordo, e al termine l’artista è stato ringraziato a nome di tutta una città dal sindaco, suo amico di lunga data. I momenti più magici di una serata incantevole.
L’iniziale “Marina” di “Malombra”, sceneggiato tv del ’74 con la Malatti e Bosetti da Fogazzaro, perla di Pino Calvi, e, ancora, “Il postino” di Bacalov, premio Oscar (cioè “Nelle mie notti” di Endrigo, perché il brano è davvero uguale a quello antecedente del maestro di Pola); il Leitmotiv di Piovani da “La vita è bella”, “Giulietta e Romeo” di Nino Rota dell’omonimo capolavoro di Zeffirelli, “Giù la testa” e “C’era una volta il West” dell’Oscar Morricone, “My fair lady” dall’incantevole film con la Hepburn e Rex Harrison, “Giochi proibiti” dell’omonimo film del ’52, e, ancora, aria da operetta e canzoni utilizzate in molti film come “Et maintenant” di Beacaud, “Malagueña (salerosa)”, “Night and day” di Cole Porter e la pirotecnica rilettura in boogie de “Il volo del calabrone” di Rimskij-Korsakov. Un’esperienza fascinosa che ha preso il pubblico di ogni età: un lavoro che, ci auguriamo, non finisca qui, ma possa avere infinite repliche perché sa toccare le corde del cuore di chi ascolta. E per l’anno prossimo Mramor promette e certamente troverà altre grandi carte vincenti.
Giuliano Almerigogna